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Zara, Nike, Gucci e gli altri: le 20 aziende che dominano il settore della moda a livello globale

  • Immagine del redattore: Maria Chiara Teneggi
    Maria Chiara Teneggi
  • 10 dic 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 2 gen 2020


Il mercato globale della moda è attualmente dominato da venti aziende, come è emerso da un nuovo studio della società di consulenza di management McKinsey & Company.

Nel suo “Global Fashion Index”, McKinsey propone una classifica delle fashion company ai primi posti nel mondo in termini di profitti, che la società descrive come “un indicatore del valore aggiunto creato dalle imprese, attraverso il quale i costi-opportunità vengono dedotti dal fatturato generato”.

Queste società, soprannominate “super winners”, rappresentano attualmente il 97% dei profitti economici realizzati nel settore retail a livello globale e possiedono alcuni dei marchi più diffusi e più noti del settore, fra cui Nike, H&M e Zara.


Nike non solo domina il mercato statunitense delle calzature sportive, ma è anche considerato uno dei brand più innovativi al mondo.

Per un’azienda il valore del proprio brand è forse l’aspetto più importante fra tutti, soprattutto se compete all'interno dell’industria della moda. A decretarne il potere sul mercato è la riconoscibilità del proprio logo da parte di un numero sempre più maggiore di consumatori.


La forza del marchio Nike è parzialmente attribuibile alle capacità aziendali di rinnovare continuamente i suoi prodotti in base alle caratteristiche del mercato. Infatti, si adegua agli aspetti demografici, ai continui cambiamenti dei bisogni dei propri consumatori e riesce a soddisfare l'intero target dai più piccoli ai più grandi.




Ecco l'intera Top 20

> Profitti riportati in dollari




Nike, crescono i ricavi

Un momento di grande crescita, così si può definire questo il periodo che sta vivendo Nike che, dopo aver fatturato 21.000 milioni di dollari nel primo semestre, nella seconda parte dell’anno ha fatto registrare un aumento dell’utile netto del 28%, per una cifra pari a 2.500 milioni di dollari.


“Abbiamo raggiunto un altro magnifico risultato grazie ai nostri investimenti nel mondo digitale e dell’innovazione tecnologica, attraverso i quali possiamo aumentare sia la nostra competitività nel lungo termine che il vantaggio nei confronti dei nostri competitors” ha commentato Andy Campion, vicepresidente esecutivo e direttore finanziario della società con sede nell'Oregon (USA).


Nel totale dei ricavi, è la vendita di calzature sportive (in particolare mondo quelle dedicate a calcio, basket e atletica leggera) quella che contribuisce da sola ad o oltre la metà dei ricavi dell’intero gruppo e rappresenta il settore maggiormente in crescita, con un fatturato di oltre 11.000 milioni di euro ed in aumento del 10% rispetto all'ultimo semestre.


Molto soddisfacenti sono state anche le vendite dei prodotti tessili, che hanno generato incassi per quasi 6.000 milioni di euro (+7% rispetto all'ultima rilevazione), e delle attrezzature da allenamento (che hanno fruttato nel complesso 700 milioni di euro).


Per quanto riguarda invece le vendite per territorio i maggiori progressi si sono registrati in Cina: gli introiti nel paese asiatico sono infatti aumentati del 21% nei primi sei mesi dell’anno fiscale (per un totale di 2.627 milioni di euro), mentre l’utile netto ha visto una crescita del 28% (pari a oltre 1.200 milioni di euro)

La principale fonte di reddito resta comunque il Nord America nonostante un aumento dei proventi arrestatosi all’1%, un risultato decisamente meno soddisfacente di quelli ottenuti nella zona Europa-Medio Oriente-Africa (+8% dei ricavi pari a quasi 4.500 milioni di euro) e in quella Asia Pacifico-America Latina (nella quale i profitti sono aumentati del 10% arrivando a superare i 2.500 milioni di euro).






Infine, gli analisti di Bloomberg hanno messo in risalto come la Coppa del Mondo di calcio femminile abbia giocato un ruolo fondamentale nei ricavi dell’azienda: la vendita delle magliette delle nazionali partecipanti è infatti triplicata rispetto al 2018, spingendo dunque Nike ad aumentare la propria presenza nel football in rosa ricalcando quanto già fatto negli ultimi anni con il basket femminile.



 
 
 

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